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Storia dell'Italia repubblicana. Le carte del Centro di documentazione Archivio Flamigni


Introduzione di Luciano Osbat (sintesi)
Nel ringraziare il senatore Sergio Flamigni e la dott.ssa Ilaria Moroni per la loro disponibilità, ricorda la collaborazione che data dai primi anni 2000 tra Università degli studi di Viterbo, Dipartimento di storia e culture del testo e del documento, e il costituendo Centro di documentazione Archivio Flamigni. Di quella collaborazione sono testimonianza sia la tesi di laurea che è stata discussa nell'anno accademico 2003-2004 nella Facoltà di conservazione dei beni culturali (Simona Innocenzi, Il Centro di documentazione Archivio Flamigni. Primi risultati documentari, Relatore Giovanni Paoloni, Correlatore Luciano Osbat) sia il numero cospicuo di tirocinanti che hanno realizzato la loro fase di formazione sulle carte dell'Archivio Flamigni negli anni successivi.
L'intervento del senatore Flamigni è poi di grande attualità perché il tema scelto  si inserisce nelle lezioni del Corso di formazione alla politica che, nella sezione introduttiva, si sono occupate della storia della Repubblica dagli anni della Costituzione sino alla fine del secolo XX.
Le numerose pubblicazioni che il senatore Flamigni ha dedicato a quella particolare storia del nostro paese che esce dalla documentazione da lui raccolta ci raccontano di un'Italia dove molti avvenimenti sono ancora avvolti dalla nebbia: la verità non è stata raggiunta e, in alcuni casi, forse non sarà mai raggiunta perché istituzioni pubbliche, associazioni private, singoli servitori dello Stato hanno contribuito a depistare, a far perdere le tracce di quello che si poteva scoprire per avvicinarci a capire quello che era effettivamente avvenuto.
Ma senza la documentazione che il senatore Flamigni ha raccolto e messo a disposizione di tutta la comunità degli studiosi, le nebbie sarebbero ben più fitte e il mistero quasi totale.
Quindi, al ringraziamento per la disponibilità mostrata oggi intervenendo, si aggiunge il ringraziamento per il lavoro fatto in tutti questi anni raccogliendo con tanta cura e tanta passione documenti che sono essenziali per andare in profondità intorno ad alcuni temi che sono cruciali per la giobane storia del nostro Paese.

Il Centro di documentazione Archivio Flamigni
Presentazione di Ilaria Moroni
(da Centro documentazione Archivio Flamigni. Un archivio per non dimenticare, a cura di Ilaria Moroni, Viterbo, Settecittà, 2007,  pp. 5-7)
L'associazione culturale Centro documentazione onlus archivio Flamigni si è costituita il 4 ottobre 2005 con lo scopo di conservare e valorizzare la documentazione prodotta da Sergio Flamigni durante la sua vita, a partire dalle prime esperienze politiche nell'ambito della Resistenza e del Partito comunista clandestino e fino ad oggi. Rientrano tra gli scopi dell'associazione anche la promozione dello studio del fenomeno terroristico attraverso borse di ricerca, seminari, convegni e altre iniziative.
A partire dalla sua fondazione l'associazione si è fatta promotrice e lavora alla creazione della "Rete degli Archivi per non dimenticare", che riunisce associazioni, centri di documentazione, fondazioni e istituti che conservino documentazione di interesse contemporaneo relativa al terrorismo, all'eversione politica e alla criminalità organizzata in tutti i loro aspetti sociali, civili e politici. L'obiettivo principale della rete è sostenere e potenziare gli studi sulle dinamiche di democrazia partecipata, di responsabilità civile dei singoli e dei gruppi, di convivenza civile e sviluppo democratico, attraverso la diffusione di una solida cultura della memoria, collegata alla promozione di una cultura della docu-mentazione, nella consapevolezza che la conoscenza della consistenza dell'apparato documentale sul tema della salvaguardia istituzionale e la condivisione dei criteri di archiviazione possono esaltare la capacità degli archivi della storia recente di essere canale efficace di tutela della memoria collettiva e di consegna di eredità storica alle nuove generazioni.
Hanno già aderito alla Rete degli archivi per non dimenticare il Cedost - Centro di documentazione storico politico su stragismo, terrorismo e violenza politica, l'Archivio "Il sessantotto" Centro studi politici e sociali, l'Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, l'Associazione "Non solo Portella", l'Associazione Emilio Alessandrini, l'Associazione Ilaria Alpi, l'Associazione in memoria dei caduti, per fatti di terrorismo, delle forze dell'ordine e dei magistrati, l'Associazione italiana vittime del terrorismo e dell'eversione contro l'ordinamento costituzionale dello Stato, l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage sul treno rapido 904, l'Associazione tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili, la Biblioteca Franco Serantini, la Casa della memoria di Brescia, il Centro di documentazione cultura legalità democratica - regione Toscana, il Centro di documentazione e archivio storico Cgil Toscana, il Centro documentazione di Lucca, la Fondazione Sandro Pertini, la Fondazione Vera Nocentini, l'Istituto Fratelli Cervi, Radio Popolare, il Centro di documentazione sui partiti politici - Università di Macerata.
Il Centro documentazione archivio Flamigni partecipa inoltre, insieme ai più importanti istituti culturali e fondazioni italiane, al progetto Archivi del Novecento, promosso dal Consorzio BAICR Sistema cultura, che costituisce una rete finalizzata all'individuazione e alla valorizzazione dei fondi archivistici per l'analisi e la conoscenza della storia dell'Italia contemporanea (www.archividelnovecento.it).
Il patrimonio documentale conservato nella sede di Oriolo Romano comprende, oltre all'archivio di Sergio Flamigni, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio nel 2003, alcuni fondi archivistici donati da privati: il Fondo Emilia Lotti, con documenti relativi all'attività svolta nell'ambito dell'Unione donne italiane e della Commissione nazionale per le pari opportunità, il Fondo Pino Zupo, con documenti relativi all'attività di avvocato di parte civile nei processi La Torre, Di Salvo e Mattarella, e il Fondo Piera Amendola, con documenti sull'attività svolta nell'ambito della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2. A questo materiale si aggiunge la raccolta degli atti e dei documenti pubblicati dalle Commissioni parlamentari d'inchiesta (Antimafia, P2, Moro e Stragi), una ricca biblioteca, di circa 20.000 volumi, incentrata soprattutto sulle tematiche dell'archivio, e una raccolta di video-cassette con i telegiornali dei 55 giorni del caso Moro, riprese televisive e trasmissioni speciali, e di audio-cassette con le registrazioni degli incontri che Sergio Flamigni ha avuto con alcuni brigatisti rossi durante la loro detenzione.
Nel corso del 2007, grazie a un finanziamento della Soprintendenza archivistica per il Lazio, è stato possibile effettuare un primo intervento di ricognizione e di descrizione delle serie dell'archivio di Sergio Flamigni. […]

Sergio Flamigni: appunti per una biografia
(dal sito http://www.archivioflamigni.org/index.php?it/138/biografia)
Sergio Flamigni nasce a Forlì il 22 ottobre 1925. Inizia a occuparsi di politica nel 1941 con la partecipazione all'attività clandestina di un gruppo di giovani antifascisti di Forlì e poi con l'adesione al Partito comunista clandestino nel gennaio 1942. Il 22 ottobre 1943 viene eletto nel Comitato direttivo della Federazione provinciale quale responsabile del movimento giovanile comunista.
Partigiano, nel 1944 diviene commissario politico della 29^ brigata Gap "Gastone Sozzi". Tra i suoi compiti c'è quello di conservare i documenti del comando della brigata. Da questa esperienza diretta e dalla partecipazione nel dopoguerra al dibattito culturale sulla storia della Resistenza e della guerra, trae la consapevolezza dell'importanza dei documenti di archivio. I documenti raccolti durante il periodo della clandestinità gli serviranno poi per il primo libro, Resistenza in Romagna, scritto con il professor Luciano Marzocchi nel ventennale della Resistenza.
Dopo la Liberazione collabora con Enrico Berlinguer, allora responsabile dei giovani comunisti; nel 1945 riceve da Berlinguer l'incarico di evitare che nelle città dell'Emilia venisse sciolto il Fronte della gioventù, un'organizzazione unitaria della gioventù antifascista e antinazista che raggruppava giovani di tutti i partiti. Svolge l'incarico a Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, dove il Fronte della gioventù fu presente per anni, contribuendo nel 1946 alla vittoria della Repubblica e partecipando alla campagna elettorale per l'Assemblea costituente con la rivendicazione del diritto di voto per i diciottenni.
Nel 1948 Flamigni partecipa a Forlì alla campagna per le elezioni politiche dando vita al movimento giovanile delle Avanguardie garibaldine che in pochi mesi raccolse circa 12.000 iscritti. Nel 1949, ricostituita la Federazione giovanile comunista italiana, ne diviene segretario provinciale. L'anno successivo il XII Congresso nazionale (Livorno, 29-30 aprile 1950) lo elegge membro del Comitato centrale della Fgci.
Nel 1952 viene eletto segretario generale della Camera confederale del lavoro di Forlì, incarico che svolse fino al 1956. Questi anni di attività sindacale lo vedono impegnato nelle lotte per la riforma agraria, per nuovi patti colonici, il superamento della mezzadria, le trasformazioni agrarie sulla base di piani aziendali e interaziendali.
Nel 1956 diviene segretario della Federazione forlivese del Pci, incarico che svolge fino al 1959, quando viene eletto membro del Comitato centrale del partito e incaricato del coordinamento regionale del Pci in Emilia-Romagna, regione che concentrava quasi un quarto degli iscritti di tutta Italia. Allora i Comitati regionali del partito erano impegnati nella battaglia per l'attuazione dell'ordinamento regionale previsto dalla Costituzione. Tra le iniziative spicca l'organizzazione di un convegno delle cosiddette "regioni rosse", Marche, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna, che si tenne a Perugia nel settembre 1963 con la partecipazione di Palmiro Togliatti. Il convegno segna anche l'inizio del dialogo con altre forze politiche, innanzitutto con il Pri, ma anche con la sinistra democristiana, in particolare in Emilia-Romagna con Giuseppe Dossetti, a Firenze con Giorgio La Pira, a Roma con Aldo Moro, che inserì l'istituzione delle regioni nel programma del governo di centrosinistra.
Nel 1962 viene chiamato dal partito a Roma, con l'incarico di membro dell'Ufficio di segreteria della Direzione nazionale, con Berlinguer, responsabile dell'ufficio, Alessandro Natta, Ferdinando Di Giulio, Franco Calamandrei, Elio Quercioli. Anche in questo ambito si occuperà dell'ordinamento regionale, in particolare dell'istituzione della regione a statuto speciale Friuli-Venezia Giulia.
In questi stessi anni è consigliere comunale a Forlì, dal 1956 al 1960, e consigliere provinciale dal 1960 al 1964.
Nel maggio 1968 viene eletto deputato nella circoscrizione di Bologna-Ferrara-Ravenna-Forlì; e rimarrà alla Camera dei deputati per tre legislature. Nel 1979 viene eletto senatore nel collegio di Rimini, carica che ricopre fino al 1987 (rieletto nel 1983 nel collegio di Cesena). Anche da parlamentare porrà inizialmente una particolare attenzione al tema delle autonomie locali, materia che rientrava nelle competenze della Commissione interni della Camera dei deputati, di cui nella quinta legislatura era uno dei componenti.
Sempre durante il suo primo mandato parlamentare viene eletto membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, già attiva dal 1962. Si tratta della prima commissione antimafia della storia repubblicana, che concluderà i suoi lavori nel 1976; anche durante la sesta legislatura Flamigni partecipa ai lavori di questa commissione.
Nel 1969 viene eletto capogruppo dei deputati comunisti nell'ambito della Commissione interni al posto di Caprara, espulso dal Pci con il gruppo del Manifesto. Ancora nelle due legislature successive, fino al 1979, Flamigni partecipa alla Commissione interni, ricoprendovi dal 1972 al 1979 l'incarico di vice-presidente.
Nell'ottava legislatura (1979-1983), eletto al Senato, partecipa ai lavori della Commissione affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'interno, ordinamento generale dello Stato e della pubblica amministrazione, della quale sarà membro anche nella nona legislatura; inoltre, viene eletto membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.
Nel gennaio 1980 viene chiamato a far parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, il sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e il terrorismo in Italia, che, istituita con legge 597/79, conclude i suoi lavori il 29 giugno 1983.
Nel 1983 entra a far parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2, i cui lavori si concluderanno il 12 luglio 1984; nella stessa legislatura partecipa anche alla seconda commissione antimafia che, istituita nel 1982 dalla legge cosiddetta "Rognoni-La Torre", prende il nome di Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e termina i suoi lavori nel 1987.
Con la conclusione della nona legislatura lascia l'attività parlamentare e intraprende un'intensa attività di ricerca e di studio sui fenomeni del terrorismo, della P2, della mafia, che si concretizza nella pubblicazione di numerosi libri.
Nel 2005 ha dato vita al Centro di documentazione Archivio Flamigni, cui ha donato il suo archivio

Il patrimonio archivistico del Centro di documentazione Archivio Flamigni.
La documentazione archivistica raccolta nella sede del Centro di documentazione, ad Oriolo (Viterbo), vede in primo piano il Fondo Sergio Flamigni e poi alcuni fondi archivistici donati da privati, in particolare da Emilia Lotti, dirigente nazionale dell'Udi, da Piera Amendola, assistente di Tina Anselmi durante l'VIII Legislatura e incaricata dell'archivio della Commissione d'inchiesta sulla Loggia P2, dall'avvocato Giuseppe Zupo e dall'ex partigiano e militante comunista Angelo La Bella (in copia).
Oltre al materiale d'archivio, il Centro di documentazione accoglie una biblioteca ed una emeroteca di grande importanza in via di ordinamento.
 
Fondo Sergio Flamigni   (bb. 459, 1922-2006)
Serie ordinate e consultabili:

Sezione I. Attività di partito e sindacale, bb. 20, 1947-2004
Serie 1: Attività svolta in Emilia-Romagna, 1951 - 2004
Serie 2: Attività nel Pci a livello nazionale, 1955 - 1990
Serie 3: Convegni, conferenze, seminari, 1959 - 1989
Serie 4: Corrispondenza, 1955 - 1987

Sezione II. Attività parlamentare, bb. 55, anni 1955-1990
Serie 1: Camera dei deputati, 1963 - 1985
Serie 2: Senato della Repubblica, 1977 - 1988
Serie 3: Riforma della pubblica sicurezza, 1971 - 1985
Serie 4: Riforma delle carceri, 1974 - 1992
Serie 5: Gruppo comunista alla Camera e al Senato, 1969 - 1984
Serie 6: Rapporti con la maggioranza, crisi di governo, 1970 - 1979
Serie 7: Corrispondenza, 1971 - 1987
Serie 8: Materiali, 1944 - 1993

Sezione III: Commissioni di inchiesta, ricerche, pubblicazioni, bb. 74, 1943 - 2006
Serie 1: Antifascismo, Resistenza e ricostruzione in Romagna, 1943 - 2004
Serie 2: Storia del Pci forlivese, 1944 - circa 2004
Serie 3: Storia del Pci e dell'Italia repubblicana, anni 1970 - 2006
Serie 4: Commissioni antimafia: attività di commissario e documentazione successiva, 1973 - 1997
Serie 5: Caso Moro
Serie 6: Materiali per una pubblicazione su Francesco Cossiga, 1998 - 2002

Serie non ordinate e non consultabili:
Terrorismo e stragi, bb. 81, 1969 - 2003
P2 e massoneria, bb. 31, 1981 - 1998
Servizi segreti, bb. 25, 1955 - 2005
Caso Pecorelli, bb. 22, 1983 - 2003


L'inventario parziale è pubblicato sul sito di Archivi del novecento : http://catalogo.archividelnovecento.it/flamigni.htm




 
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